In Langa l’autunno dipinge d’oro i boschi e le colline; gli aceri e i ciliegi selvatici s’infiammano di rosso dardeggiante, sotto il sole piacevole dell’estate di San Martino.
Nelle vigne vicino al Sacrario Partigiano i pampini sfoggiano calde tonalità rosso aranciate: sono gli ultimi guizzi di luce e di colore prima che il vento del Nord, algido cavaliere, stacchi fino all’ultima foglia per regalare un tappeto prezioso alla Madre Terra che si appresta al riposo invernale.
A San Martino il mosto diventa vino
Varcando la soglia della cantina, sotto le antiche volte in mattoni, un penetrante odore di vino nuovo investe in pieno viso e penetra nelle narici: dopo le concitate operazioni di vendemmia e pigiatura, di veglie e trepidazioni, il mosto si è trasformato in vino.
È tempo di travasi, che liberano forti sentori di bacche; è tempo di primi assaggi, di pacate ore nel silenzio che avvolge e vigila sul prezioso nettare che riposa e si evolve.
In attesa della primavera, che sboccerà dopo l’inverno… in attesa della prima bottiglia da stappare per brindare.